Chi meglio degli studenti che hanno partecipato al master può raccontarvi l’esperienza di Relational Design?
Oggi parliamo con Silvana Carbone, studentessa della seconda edizione.
Ciao Silvana,
due anni fa hai frequentato il Master Relational Design (classe 2014-2015).
Quali sono i motivi che ti hanno spinta ad iscriverti?
È già passato tanto tempo? Sembra ieri, forse perché quando ti avvicini al mondo del Relational Design poi non riesci più a non farne parte.
Mi sono iscritta a Relational Design a due anni dalla mia laurea in Ingegneria Edile – Architettura perché cercavo un punto di contatto tra comunicazione digitale / visiva e progetti a cavallo tra l’analogico e il digitale. In più ero fortemente incuriosita dal mondo delle community e della progettazione di interazioni. Avevo bisogno di rimettermi in gioco e di provare qualcosa di nuovo, di affrontare delle sfide insolite per il mio background, di conoscere persone e mondi nuovi. “Imparare facendo, e imparare viaggiando” una vera esplosione di stimoli. Sono una persona curiosa e che ama allargare la sua visione delle cose; il master non ha deluso nessuna delle mie aspettative, ritengo di esserne uscita decisamente più “ricca”.
Ci racconti cosa hai fatto dopo il master?
A poco più di un mese dalla conclusione ho fatto le valigie e da Cagliari mi sono trasferita a Bologna. Ho iniziato uno stage presso l’Ufficio Comunicazione di Alce Nero, azienda italiana leader nel campo del biologico, un posto in cui si racconta una storia – quella del cibo biologico, per l’appunto – attraverso la valorizzazione di chi lo fa, di chi lo produce e di chi crede nei valori della condivisione e della partecipazione. Dopo i sei mesi di stage, in cui ho portato avanti un progetto su Instagram sviluppato durante il summer camp del master, sono stata assunta, e questo mi ripaga ogni giorno di più dei sacrifici fatti fino ad oggi. Adesso mi occupo della comunicazione visiva e strategica degli eventi di Alce Nero: dalla progettazione del materiale grafico fino agli allestimenti, con un focus sulle esperienze relazionali e di networking.
Cosa consigli a uno studente che vorrebbe lavorare nella comunicazione: quali sono le skill e le capacità più utili?
Sicuramente la capacità di sintesi, le tecniche, il sapersi “arrangiare” con i propri strumenti e sapersi destreggiare con quelli che ancora non si conoscono. Ma più di tutto, bisogna saper raccontare una storia, avere dunque la sensibilità per riconoscerla, capirla e poi trasmetterla.
Come ti vedi tra cinque anni? Che cosa ti piacerebbe fare?
Questa è difficile. Posso dire che non riesco ad immaginarmi ferma. In qualsiasi modo lo si voglia interpretare.