[Foto di Francesco Alesi]
Da quattro anni Alberto Emiletti fa parte della redazione del festival di Internazionale a Ferrara e da poco si è imbarcato in un nuovo progetto dedicato ai lettori più giovani, Internazionale Kids. Lo abbiamo intervistato.
Il Festival di Internazionale a Ferrara è stato lanciato nel 2007. Come si è evoluto nel corso degli anni?
Dal 2007 a oggi sono cresciuti il numero di ospiti e di eventi in programma, ma soprattutto è aumentato il pubblico, passando da poco meno di 20 mila presenze durante la prima edizione alle 79 mila del 2018. Dalla seconda edizione organizziamo insieme a Cineagenzia la rassegna Mondovisioni, presentando a Ferrara otto documentari su attualità e diritti umani, spesso in anteprima per l’Italia, e dal 2012 fa parte del programma la rassegna di audiodocumentari Mondoascolti, a cura di Jonathan Zenti. Nel 2009 Internazionale e il comune di Ferrara hanno deciso di istituire il premio giornalistico Anna Politkovskaja, per ricordare la giornalista russa uccisa a Mosca nel 2006 e sostenere l’impegno e il coraggio dei reporter che si sono distinti per le loro inchieste. Nel corso degli anni si sono inoltre aggiunti i workshop a numero chiuso che si tengono durante le mattine del festival e i laboratori per bambine e bambini.
Femminismo, razzismo e nazionalismi sono state le macro-tematiche del festival nel 2018: quali sono, invece, gli argomenti per l’edizione numero XIII?
Il festival è nato con l’idea di realizzare una versione dal vivo di Internazionale, affrontando tutta la varietà di temi che ogni settimana i lettori possono trovare nel settimanale. Quest’anno si parlerà sicuramente di cambiamenti climatici, ma ci sono argomenti che avranno sempre spazio nel programma, come la politica internazionale, le migrazioni, i diritti umani e le questioni di genere.
Internazionale è nato nel 1993. Da allora ad oggi com’è cambiato il suo modo di comunicare? Quanto i “new media” hanno influito sul mondo dell’informazione?
Negli ultimi anni sono aumentati gli strumenti per comunicare e ascoltare i lettori e lettrici (email, newsletter, sito web, social network, commenti sotto gli store Apple e Google, i canali Telegram, eccetera) e di conseguenza la comunicazione è più veloce e a tratti più personale (come per esempio i messaggi privati su Facebook). Ma penso che il tono sia rimasto lo stesso dei primi tempi, sempre molto rispettoso e curioso verso lettrici e lettori.
Per rispondere alla seconda domanda, invece, ci vorrebbe un saggio della Columbia Journalism Review. Un aspetto che mi sembra particolarmente importante è che oggi, con i nuovi mezzi d’informazione, è molto più facile non solo leggere le notizie, ma anche produrle. Credo quindi che la sfida sia capire la differenza tra notizie vere e false, o anche tra una notizia e una non-notizia: cosa è rilevante, e cosa non lo è? Questo è il grande problema che hanno portato i social network. Senza dimenticare che comunque continuano a regalarci anche tanta gioia.
Internazionale collabora con Relational Design dal 2016 e nelle ultime due edizioni del master il focus del modulo Content Design e Strategy è stato proprio il vostro festival del giornalismo. Come avete lavorato con gli studenti?
In questi anni l’incontro con gli studenti del master è sempre stato un momento di confronto molto proficuo, per fermarci a riflettere sul lavoro che facciamo e ricevere suggerimenti preziosi e nuove idee su come comunicare i nostri contenuti in modo efficace.
Ci sono nuovi progetti all’orizzonte?
Siamo molto contenti di come i due speciali dedicati ai bambini sono stati accolti dalle lettrici e dai lettori. Per questo Internazionale Kids diventerà un mensile e ci piacerebbe chiedere alle e agli studenti del Master Relational Design come raccontare sui social network questa novità.
Il Festival di Internazionale si terrà a Ferrara dal 4 al 6 ottobre 2019.
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Il workshop di Content Design e Strategy si terrà a Roma dal 20 al 23 marzo 2020.
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