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Ti abbiamo raccontato Relational Design in tutti i modi possibili. Ora è tempo di passare all’azione.

Vieni a scoprire Relational Design e vivi l’esperienza del master partecipando al terzo modulo didattico Future Domesticity dedicato all’Internet of Things.

Il corso si svolgerà a Torino all’interno di Casa Jasmina (partner del corso), un vero e proprio appartamento, un laboratorio vivo in cui poter riflettere sui significati e le modalità con cui interagiremo nel prossimo futuro con lo spazio domestico.

Attraverso gli strumenti di prototipazione rapida, cercheremo di riflettere sul mondo materiale ed immateriale che popolerà le nostre case, su cosa significa IoT, cosa si intende per oggetti intelligenti e come poterli rendere tali.

Se vuoi vedere da vicino come funziona il master e conoscere gli studenti potrai partecipare gratuitamente ai primi 3 giorni del corso (dal 7 al 9 dicembre):  72 ore per approcciarsi all’interaction design e sperimentare di persona  il nostro metodo didattico.

Per partecipare e ricevere il programma dei tre giorni invia una mail a relationaldesign@abadir.net.

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La prossima edizione del Master Relational Design inizierà a  febbraio 2017.
Sono previste agevolazione economiche per chi invia la domanda di iscrizione entro il 30 novembre 2016.

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Da Bangkok a Milano – Gli studenti internazionali di Relational Design

Questa è la storia di Nuphap Aunyanuphap, volato da Bangkok a Milano per seguire il nostro master.  Buona lettura.

Nuphap in three words

Visuals, Machines, Dreams.
My name is Nuphap Aunyanuphap and I’m from Bangkok, Thailand. I’m 26 years old and I was born in a Thai-Chinese family with three brothers. My parents have influenced my life in many ways, but mostly on how to be a good and respectful person.

Passions that I have developed since childhood

Since I was a child I have always been able to spend countless hours drawing robots and assembling legos. I like very much to make and do things.
Growing up, I began to like very much playing video games (I still do). However, I later discovered that this passion strongly influenced me to be engaged with the digital and multimedia realm, something I found quite useful later in my career.

From architecture to communication

The passion to make and do things led me to study architecture at university, where I had a great time learning about design and architectural topics and also doing projects. However, while studying, I also got very much into communication, always trying to find new ways to make and communicate things: I made presentations and diagrams, I joined an end-of-year publication team, I designed posters… Then, after graduating and working for a while in the architecture field, I convinced myself to do what I knew I was passionate about the most: making projects and communication. After that, I’ve practiced infographics and information design for three years, something I found extremely challenging yet super rewarding.

Master Relational Design: an ideal opportunity for design graduates and for people who want to improve their relational and management skills

After three years of doing so, I decided that it was time to go further and explore the boundaries of communication. And with the great advice of my professor back in Thailand, I was introduced to Relational Design, a course that provided me with the great opportunity to take my interests further and to meet a lot of new interesting people and professionals.
I think Relational Design’s online/offline teaching method is a great way to train us to be professional designers in the current working environment. Its strength – which is also a challenge – is that we can manage our time in a way that allows us to follow the online part of the courses while we work.
It is here that we have to learn how to manage our energy in order to acquire new skills and learn new things (specifically, a new topic for each module) and to develop ourselves – a very important discipline required in this ever changing world.

During the master there are funny moments too!

During the visual storytelling course I got the opportunity to analyze a student’s pinterest moodboard and, viceversa, one of my colleagues made my characterization sheet. It was so funny!
I think it partially reflected my personality: some aspects were spot-on, others weren’t. I think the way we see ourselves and the way other people see us are of course different (which is super interesting!). However, she did manage to catch the keywords of “dreams” and “possibilities”, which are things that match very well what I think of myself.

My favorite social network?

Even though Facebook is what I use the most (since everyone is using it for everything), my favorite social network is Instagram. The main reason is that it tells the story of someone/something mainly through photos and visuals. There is not so much else to see, but I think that’s beauty of it. Also, as a visual designer, I like to play (and do research) with its constraints and possibilities. Great fun!

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Relational Design Terza edizione: il racconto dei direttori dalle origini a oggi

È arrivato il 1° febbraio 2016 ed è partita la terza edizione di Relational Design.
È un momento per noi importante, di un percorso iniziato diversi anni fa.

Ringraziare tutte le persone che, a diverso titolo, hanno intersecato questo lungo viaggio sarebbe discretamente difficile perché sono molte, disseminate su un arco di tempo ormai molto lungo.

Stefano:
Era il 2011 quando venne lanciato il primo workshop / esperimento: un mix tra insegnamento on-line e off-line. Un workshop che era anche una serie di gruppi su Facebook e una grande festa durante il Salone del Mobile di Milano. Si chiamava “Design Royale” e il risultato ci convinse che la direzione era quella giusta. Se riguardiamo i “Royal Leaks” oggi, possiamo dire che era un percorso che iniziava più che bene…

Lucia:
Nello stesso periodo noi a Catania iniziavamo a lavorare al nostro neonato Dipartimento di Design di Abadir, che si preparava a trasformarsi da Accademia di Restauro a Scuola di Design.
Era un passaggio importante, difficile ma appropriato e necessario. Ed oggi possiamo dire che iniziare questo nuovo percorso aveva un senso. E poi nel 2012 conosciamo Stefano e IdLab e, sulla scia degli esperimenti precedenti fatti da Stefano, Abadir e IdLab avviano nuove avventure sul blended learning.

Stefano:
Nel 2012 lanciamo “Whoami”, ovvero un design game grazie al quale i partecipanti imparano e condividono una grande quantità di sapere. Nello stesso anno inizia il progetto “Ceramic Futures” (sviluppato per Confindustria Ceramiche). Con ogni nuova esperienza e progetto si aggiungevano nuovi tasselli e nuove parti a un processo che diventava via via più completo e interessante.

Nel 2013 si aggiungono nuovi workshop, format e progetti dove le forme tradizionali legate alla scuola (insegnamento in aula, workshop, lezioni e seminari) si incrociano ai format e alle dinamiche tipiche del web e dei social (gruppi su FB, Google Hangout, meccanismi di cosiddetta “gamification”, utilizzo diffuso di strumenti quali Instagram e Twitter). La galassia si allarga e si espande, i sistemi migliorano e si affinano. Poco per volta diventiamo più bravi e il raggio delle nostre attività si estende.

Senza contare che il 2013 è l’anno in cui inizia “Design 1o1”, il nostro primo MOOC per Iversity. Anche di questo si potrebbe scrivere molto, ma poiché’ questo testo introduce la terza edizione del Master “Relational Design”, concentriamoci su questo filone (dei MOOC parleremo una prossima volta).

Lucia:
Il 2013 è stato super denso. Mentre la scuola fisica lentamente prendeva forma, ad un’altra velocità vedevamo crescere la community virtuale che si aggregava intorno ai vari gruppi social e le varie attività di whoami. I workshop fisici tenuti nella sede di Abadir erano dei momenti magici in cui chi poteva viaggiare fino alla Sicilia si univa a noi per lavorare senza sosta durante il fine settimana. Dal typeface design, al diary per continuare con i giochi fatti con arduino e finire con una bella mostra/worskhop in Triennale a Milano.
Osservavamo, mese dopo mese, che i social media sono un mezzo fantastico per condividere conoscenza, idee, pensieri e per imparare nuove cose da insegnanti travestiti da game master.
Era un gioco serio. Era un modo diverso di fare scuola.

Stefano:
Nel 2014 lanciamo la prima edizione di “Relational Design”. Era solo due anni fa, ma sembra passato tantissimo tempo. Tutte le sperimentazioni ed energie precedenti confluiscono in questo master che oggi rappresenta la sintesi migliore di tutta l’energia messa in moto in questi anni. Arrivati qui, ci sembra di essere a un punto importante del nostro percorso. Un punto importante che però non è un punto di partenza (come scritto sopra si è partiti molti anni addietro) e neppure un punto di arrivo (di natura siamo ambiziosi e abbiamo diverse idee da implementare nei prossimi mesi e anni).

Se leggete queste brevi note, vuole dire che siete parte di questo viaggio (non importa se siete insegnanti, studenti, supporter e/o fan). E’ bello e speciale fare questo percorso assieme, senza l’energia e la passione di tutti non saremmo qui.

Lucia:
Niente da aggiungere, questo è decisamente un momento importante.

Vi aspettiamo dunque ad Abadir a Catania o presso IdLab a Milano in una delle prossime occasioni di incontro.

Grazie mille per la fiducia accordataci: si tratta indubitabilmente di un grande onere e di un grande onore.

Lucia Giuliano, Stefano Mirti
direttori scientifici di “Relational Design”

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Relational Design meets Matera Design Weekend

Continua il tour del Master Relational Design in giro per l’Italia!
Ospiti degli amici di Casa Netural, saremo nella città dei Sassi in occasione del Matera Design Weekend il giorno 12 Dicembre.

Abbiamo chiesto ad Andrea Paoletti, founder di Casa Netural, di spiegarci la filosofia e gli obiettivi che stanno dietro al festival:

Che cos’è Matera Design Weekend?
E’ un festival di design animato da un fitto programma di eventi collaterali, workshop, incontri, il tutto in un clima informale e di festa. Abbiamo scelto vari luoghi della città come location, luoghi che fanno parte integrante della narrativa di Matera Design Weekend ponendosi come paesaggi ispirazionali per relazioni, scambi ed eventi.

Questa manifestazione è stata fortemente voluta da Casa Netural, perché?
Noi lavoriamo con le sperimentazioni. Il mondo del design è sempre stato percepito come qualcosa lontano dal nostro territorio, allora la sfida è stata quella di creare un grande momento zero in cui invitare designer amici, designer professionisti, e lanciare una call per selezionarne altri, farli stare tutti insieme in una grande festa per far succedere delle belle cose. Inoltre abbiamo aperto l’invito ad aziende locali a partecipare e a sostenere l’iniziativa e ad enti locali ad osservare cosa succederà. Domenica 13 alla sera e nei giorni successivi capiremo veramente cosa sarà successo.

Che ruolo avranno all’interno di questo evento Stefano Mirti (direttore di Relational Design) e Alessandro Carlaccini (studente della seconda edizione del master)?
Stefano Mirti durante un momento del festival, il Social Cocktail, ci racconterà della sua esperienza come Head of Social Media Team di Expo Milano 2015 e del Grande romanzo collettivo su Instagram. Parlerà anche di scuola e formazione con i progetti educational ideati e sviluppati in partnership con l’Accademia Abadir: Relational Design e Design 1o1.

Oltre a questo, Stefano ci ha aiutati a delineare il festival nella versione definitiva che “andrà in scena”.

Invece Alessandro, insieme a Valentina Novembre, altra studentessa di Relational Design, sperimenterà con un gran pubblico il suo progetto di tesi che è già stato rinominato Matera Wonder Light.

Conferenza stampa e opening
Venerdì 11 dicembre – ore 17.00
Cappella Malvinni-Malvezzi, Palazzo Gattini, Piazza del Duomo, 13 / Via Muro – Matera

Relational Design meets Matera Design Weekend
Sabato 12 dicembre – dalle ore 18.30 alle ore 20.00
Casa Diva – Vico Giumella, 3 – Matera

Vi aspettiamo in tanti per questo festival sul design dal clima informale.
Noi ci saremo! Per informazioni: www.materadesign.itwww.relationaldesign.it

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Ripensare il design – 5 storie di persone che hanno cambiato le regole

Eccoci al secondo evento organizzato questo mese dal Master Relational Design per affrontare un tema importante: come cambia la figura del progettista nel mondo contemporaneo.

Cosa significa ripensare il design? Forti dell’esperienza di due anni di master siamo pronti a lanciare la terza edizione a Febbraio 2016.
Il mercato del lavoro si evolve con ritmi serrati, ciò che veniva chiesto ai progettisti solo 5 anni fa ora è cambiato: si tratta quindi di trovare nuove regole e nuovi modelli professionali e di formazione. Con questa consapevolezza vogliamo dare il nostro contributo a definire nuovi scenari futuri.

Da qui nasce il titolo dell’evento a cui vogliamo invitarvi:

Ripensare il design
5 storie di persone che hanno cambiato le regole
Giovedì 12 novembre – ore 19.00
c/o Spazio Yatta! – Viale Pasubio, 14 – Milano

Evento a Milano, gratuito – Iscrizioni: ripensareildesign.eventbrite.it
Benvenuto ore 19.00 – Inizio talk ore 20.00

5 storie di persone che hanno fatto delle scelte interessanti e controcorrente nel loro ambito lavorativo, contribuendo alla creazione di grandi progetti per la comunità e per il loro settore.

Durante l’incontro, insieme a Marco Lampugnani – architetto, docente e  progettista #nevicata14 – avremo la possibilità di ascoltare le storie di:

  • Andrea Amichetti, founder di Zero, uno fra i primi e principali portali e magazine di eventi in Italia
  • Diana Del Vecchio, executive manager di Eurochocolate
  • Lucia Giuliano, direttore dell’Accademia di Design e Arti Visive Abadir e del Master Relational Design
  • Stefano Mirti, Head of Social Media Team per Expo Milano 2015, founder di IdLab e direttore del Master Relational Design
  • Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate, founder del progetto Impatto Zero e responsabile del progetto LifeGate Energy, Editorial Director di Banzai/Doing per Expo Milano 2015

L’evento è organizzato dal Master Relational Design e IdLab, con il supporto del Comune di Milano, Accademia di Design e Arti Visive Abadir e Yatta! Fai Da Noi – Per informazioni: www.relationaldesign.it

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Edizione 2016

Giorgia Lupi – “L’information designer: una figura di raccordo fra data-scientist e sviluppatori”

Una nuova intervista aspettando la nuova edizione del Master Relational Design, abbiamo scelto il punto di vista di un information designer di fama internazionale: Giorgia LupiGiorgia è Design Director e founder di Accuratuno studio specializzato in data visualization, e attualmente vive a Brooklyn. Fra i progetti personali citiamo anche Dear Data: un esperimento di un anno in cui due information designer hanno raccontato le loro attività con il metodo del data drawing.

Ciao Giorgia! Ci racconti come è cambiato negli ultimi anni il ruolo del designer nello sviluppo di un progetto? Quali sono i nuovi approcci e le nuove direzioni che stanno cambiando il mondo di designer e progettisti?

Sempre di più, soprattutto nel campo in cui lavoro – l’information design – la figura del designer si sta ibridando da un lato con ruoli più tecnici/tecnologici, dall’altro più strategici/manageriali. I problemi legati ai dati diventano sempre più complessi, ed è necessario per un designer conoscere e comprendere gli strumenti tecnologici che permettono di gestire flussi di dati in continua crescita e di realizzare prodotti digitali interattivi.

Non sto dicendo che un designer deve diventare sviluppatore, ma che avrà sempre più a che fare con programmatori, e data-scientists e dovrà imparare a parlare la loro lingua e a capire a fondo limiti ed opportunità degli strumenti. Dall’altro lato tematiche legate ai dati diventano sempre più centrali per business e organizzazioni, e il designer dovrà sempre di più integrare il suo lavoro all’interno di processi decisionali strategici.

Cosa consigli a uno studente che ha intrapreso un percorso nell’information design: quali sono le skill e le capacità più utili?

L’information designer è e sarà sempre di più una figura di raccordo tra analisti – che manipolano dati – e persone all’interno delle organizzazioni che usufruiscono di quei dati. Il designer dovrà sempre di più raccordare questi due mondi ed inevitabilmente le sue capacità relazionali determineranno la riuscita di ogni progetto in maniera sempre più decisiva.

Quali sono secondo te i trend più recenti nel campo dell’information design?

Intelligenza artificiale ed interfacce basate sul linguaggio naturale saranno sempre più comuni e cambieranno le interazioni con le informazioni diventando sempre più “umane”.

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Progettare il domani – Un evento a Catania per capire il futuro del ruolo del designer

Il Master Relational Design sarà in tour questo mese con due eventi per affrontare un tema importante: come cambia la figura del designer nel mondo contemporaneo. Da sempre il nostro obiettivo è formare dei professionisti nel design per il mondo del lavoro.

In quest’ottica ci siamo resi conto che la figura del designer è il primo ruolo che ha bisogno di essere rivisto: dobbiamo ripensare il design e comprendere quali competenze acquisire per creare progetti concreti e adatti al mondo attuale.

Il primo incontro sarà:

Progettare il domani
Come e perché cambia la figura del designer oggi
Giovedì 5 novembre – ore 19.00
c/o SAL – Spazio Avanzamento Lavori
Via Indaco, 23 (Via Raffineria) – Catania

Evento a Catania, gratuito – Iscrizioni: progettareildomani.eventbrite.it

Durante la serata avremo la possibilità di sentire il punto di sei progettisti e professionisti che stanno già pensando e creando progetti per il domani e ci racconteranno le loro idee di cambiamento.

  • Vincenzo Di Maria, service designer e social innovator, network catalyst presso commonground, insegna all’università d’arte Central Saint Martins ed è attualmente presidente di Architecta. – Vincenzo è la persona perfetta per vedere oggi quello che accadrà domani e ci guiderà attraverso i progetti della serata.
  • Lucia Giuliano, direttore dell’Accademia di Design e Arti Visive Abadir e del Master Relational Design. Ha scelto di portare un metodo di formazione per arte e design innovativo in Sicilia con un’accademia che possa soprattutto ampliare i confini della cultura negli studenti e di sperimentare con la formazione online/offline con il nostro master.
  • Peppe Sirchia, UX Designer e founder di Meedori, digital agency di Catania. È attivo nelle iniziative di formazione imprenditoriale in diversi progetti come StartUp Weekend Catania
  • Veronica Cupioli, archietto e designer di DiSé Italia
  • Toti Di Dio, specializzato in design dei processi urbani e managing director di PUSH: laboratorio di ricerca sull’innovazione sociale con sede a Palermo focalizzato sulla creazione di progetto con alto impatto su persone e territorio
  • Rino Leombruno ricercatore Telecom Italia presso il Joint Open Lab WAVE: un laboratorio che studia il futuro dei servizi e device mobile che ha sede nella Cittadella Universitaria nel centro di Catania

L’evento è a cura del Master Relational Design e Accademia Abadir con il supporto di SAL – Spazio Avanzamento Lavori (SAL Catania – Informazioni – Come raggiungerci).
Vi aspettiamo!

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Valentina Carta – “La cosa più importante per un project manager sono le capacità relazionali”

Il Master Relational Design è nato per fornire a progettisti e project manager quelle competenze  necessarie per inserirsi al meglio in un mondo del lavoro in continua evoluzione. Abbiamo deciso di intervistare alcune persone del nostro network che più rappresentano questa nostra visione.

Con la prima intervista abbiamo incontrato Valentina Carta: Digital Project Manager di Latte Creative, agenzia che si occupa di social innovation, cultura e social business. Valentina lavora principalmente per il terzo settore, creando campagne social e digital per GreenPeace, WWF, Actionaid e molti altri.

Valentina, ci racconti la tua storia professionale? 

Ho una laurea in Scienze della Comunicazione ma ho acquisito competenze di project management grazie alle esperienze professionali nel mondo del design e dell’interaction design. Ho iniziato a lavorare nella società Interaction Design Lab come assistente alla logistica e poi, piano piano, sono diventata project manager seguendo la realizzazione di diversi progetti. Tutto quello che ho imparato l’ho acquisito sul campo perché durante il mio percorso di studi non esisteva un’offerta formativa che ti preparasse realmente per il mondo del lavoro: la professione dovevi costruirla tu.

Quali sono secondo te le competenze che dovrebbe avere oggi un project manager interessato a lavorare nel design e nella comunicazione?

La cosa più importante nel ruolo del project manager sono le capacità relazionali che tu hai e che riesci a costruire: da una lato con il team di lavoro che coordini – e dall’altro con il tuo referente che può essere un cliente, un collaboratore, un partner o i soci. È importante capire chi hai di fronte, come coinvolgerlo, come metterlo nelle condizioni di lavorare al meglio, come “renderlo felice”. In un certo senso, si tratta di far divertire le persone. Questa è una capacità importante, quasi un talento che devi in parte possedere e in parte acquisisci con l’esperienza. 

Quali sono le skill e le capacità che ti hanno aiutato nella gestione dei progetti?

Ho avuto la fortuna di lavorare con team molto diversificati. Mi è capitato di lavorare con architetti, psicologi, ingegneri, grafici, programmatori. Sono stata molto fortunata ad arrivare in un mondo che non era ancora sistematizzato: si sviluppavano progetti complessi dove il contributo di tante figure professionali diverse era la chiave per raggiungere obiettivi più alti. Per gestire un progetto al meglio è necessario creare il giusto livello di armonia fra figure e caratteri diversi, spesso con tempi e contingenze difficili: bisogna dare la possibilità a ognuno di dare il proprio contributo rispettando i tempi di gestione del progetto per raggiungere il risultato.

Sapere cosa serve per far lavorare bene gli altri è il punto di partenza, insieme alla consapevolezza di dover chiudere il progetto e gestirlo al meglio. La chiave per capirlo è mettersi in gioco con uno scambio continuo con le persone che collaborano con te.

Cosa consigli a una persona che sta facendo un percorso per diventare project manager?

Se una persona fa il suo lavoro con il sorriso e senza guardare alle ore impiegate significa che sei davvero riuscito a coinvolgerla nel progetto. L’empatia ti permette di entrare in relazione con le persone, poi è necessario anche essere precisi, organizzati e farsi rispettare. Devi prevedere possibili imprevisti prima che accadano e sapere come risolverli. Devi saper capire i tempi necessari delle singole fasi: nel mio caso quanto richiede il design o come interagire e trovare una mediazione con uno sviluppatore per esempio. Se si ha la possibilità di seguire progetti e capire le dinamiche delle altre figure professionali che lavorano con te – dall’interaction designer, al grafico fino al marketing manager – hai una marcia in più per creare un progetto migliore.

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Edizione 2016

Master Relational Design: a febbraio parte la nuova edizione

Il ruolo del designer nel mondo del lavoro è cambiato.
A febbraio 2016 in programma la terza edizione del Master Relational Design.

Il Master Relational Design ha da sempre l’obiettivo di formare nuove figure nel mondo del design, comunicazione e management. Figure in grado di creare progetti, relazioni fra persone, aziende, prodotti, territori. Di inserirsi nel mondo del lavoro, sviluppare e migliorare le proprie competenze relazionali. Ci siamo domandati quali potessero essere le necessità e le competenze per delle figure che hanno la volontà di inserirsi da subito del mondo del lavoro. Imparare a comunicare e progettare per le comunità significa partire dalle proprie competenze sociali e dalla micro-rete di relazioni che si creano durante esperienze come il Master Relational Design.

Il Master Relational Design parte quindi con un nuovo progetto didattico di 12 mesi per studiare un nuovo approccio al design e cambiare il modo in cui pensiamo.
Grazie alla collaborazione di professionisti e partner a livello nazionale e internazionale la nuova edizione sarà caratterizzata da 10 moduli di formazione online e offline con workshop e laboratori a Milano, Londra, Catania, Barcellona e Napoli e uno stage presso partner in Italia e in Europa.
Un master itinerante per conoscere nuove realtà e creare progetti in contesti diversi. Un master innovativo perché propone un metodo di apprendimento diretto con un forte accento sul percorso fra analogico e digitale, tra pratiche relazionali, old media e new media.

L’insieme delle competenze fra design, digital communication, old media e new media è la base della didattica di questa edizione del Master Relational Design: per far crescere ogni studente e ogni persona.

Le iscrizioni alla terza edizione del master sono aperte (e sono previste agevolazioni per chi si iscrive entro il 30 novembre 2015). Scopri insieme a noi i moduli, docenti e i partnerNoi vorremmo cambiare il mondo. E tu?

Sei interessato? Chiedici maggiori informazioni.